La Locanda si trova a soli 5 Km da Palagano, in una splendida posizione panoramica, che diventa ideale punto di partenza per passeggiate, escursioni a piedi, a cavallo, in montain bike, in moto enduro e quad.
Il territorio comunale, compreso nella valle del torrente Dragone, affluente del fiume Secchia, è prevalentemente di natura collinare; l'altimetria varia da circa 300 metri ai 1450 metri e sono presenti ampie zone boschive a roveri, querce e castagni specialmente fitte all'innalzarsi dell'altezza.
Si sviluppa su 60 ettari di superficie, prevalentemente boschiva e rocciosa fra Palagano capoluogo e la frazione di Boccassuolo ad una altezza di m.1.100 . La copertura vegetale dell'area e caratterizzata da piante di quercia e cerro nella parte alta e da castagno, carpino e frassino nella parte bassa. All'interno dell'area è presente anche una pineta.
Numerose sono le specie animali presenti nel parco e nella zona che si estende attorno ad esso. All'interno del parco sono visitabili antiche miniere di rame e pirite, sono presenti aree pic-nic e parcheggi. Inoltre si trova una Emergenza naturalistica di notevole interesse panoramico conosciuto come Poggio bianco Dragone (alt. m.902).
l parco si sviluppa su 27 ettari di superficie prevalentemente boschiva presso Monchio di Palagano, a m.935 slm. La copertura vegetale dell'area è costituita prevalentemente da una formazione boschiva tipica del medio Appennino, formata da querce, castagni, carpini, frassini. Numerose sono le specie animali presenti nel Parco e nella zona che si estende intorno ad esso. Il parco è di proprietà della Provincia di Modena è dotato di un'area attrezzata con punto di ristoro estivo. Si può inoltre visitare una chiesetta romanica sita sulla sommità del monte.
Durante l'ultima guerra mondiale questi luoghi furono teatro di episodi cruenti legati alla lotta di resistenza. A rievocazione di questi fatti sono state istallate, nel piazzale d'ingresso, sculture in pietra. Infatti una delle principali caratteristiche che accoglie il visitatore, all'ingresso del Parco, è l' ampio cerchio, ai piedi della salita che porta alla chiesetta, in cui sono allineati quattordici monoliti. Sono le opere realizzate nell’ambito del Simposio internazionale di Scultura di Fanano.
Si tratta del Memorial dedicato alla Pace tra i popoli, dove le opere in arenaria si dividono in sculture che intendono rappresentare l’idea di pace con la rigenerazione che deriva dal trauma e quelle che invece riportano l’elemento della ferita, fenditura, dello squarcio come causa di sofferenza.
Al Parco, ogni anno, è proposta una ricca programmazione di attività destinata a famiglie, scuole, specialisti, visitatori interessati, ponendosi l’impegnativo obiettivo di rilanciare l’area, collaborando strettamente con i comuni, gli operatori privati e le associazioni.
E' possibile prenotare visite guidate all'interno del Parco, usufruire della Sala polifunzionale (per mostre, riunioni, stage), accedere al punto informativo del Parco dotato di ristorante e bar.
La loro ricchezza mineraria venne sfruttata fino al secolo scorso. Sono ancora visibili le cave e le gallerie per l'estrazione di ferro, oro e rame. Il toponimo "Palagano" deriva infatti da "palaga",che significa pepita d'oro. Gli Etruschi trovavano il prezioso metallo ai Cinghi di Boccassuolo.
Ubicate in due siti principali, si trovano nell’ofiolite di Boccassuolo, comune di Palagano. Si tratta dell’affioramento ofiolitico più imponente dell’Appennino modenese, principalmente sviluppato sul versante destro del torrente con affioramenti più ridotti sul versante opposto, al poggio di Medola e al monte Calvario.
Queste rocce sono di tipo basaltico ed hanno avuto origine in antiche eruzioni sottomarine; il successivo metamorfismo che le ha interessate ha poi portato alla formazione di diversi minerali. L’area maggiormente interessata dall'attività estrattiva è all’interno del triangolo delimitato dalla vetta del Poggio Bianco Dragone, dall’alveo del torrente e dal fosso delle Carpinete. Qui si trovano otto delle dodici miniere totali della valle; le altre quattro, di dimensioni più ridotte si trovano più a monte sul versante nord del cinghio del Corvo. La lunghezza di queste miniere è estremamente variabile, si passa da pochi metri di alcuni saggi di scavo, agli oltre settecento della più estesa. I rilievi, le misurazioni e le minuziose esplorazioni delle gallerie sono state effettuate, a partire dal 1994 dagli speleologi dell’OSM Sottosopra di Modena. La maggiore parte delle gallerie si trova in luoghi difficilmente raggiungibili, parte dei cunicoli sono allagati ed in alcuni punti la roccia è franata.
La loro ricchezza mineraria venne sfruttata fino al secolo scorso. Sono ancora visibili le cave e le gallerie per l'estrazione di ferro, oro e rame. Il toponimo "Palagano" deriva infatti da "palaga",che significa pepita d'oro. Gli Etruschi trovavano il prezioso metallo ai Cinghi di Boccassuolo.
Presso l’Archivio di Stato di Modena giace una documentazione riguardante le miniere dalla val Dragone composta da concessioni di scavo fatte dagli Estensi a privati cittadini, notizie di giacimenti e relazioni di scavi redatte per lo più da sovraintendenti ducali, descrizioni particolareggiate delle zone, dettagli sulla consistenza e la qualità dei minerali scavati, note di pagamenti di minatori, tecnici.